Gli Ordini vanno rifondati. Devono dare garanzie su attività di interesse pubblico. Altrimenti eludiamo la provocazione che ci viene da tanti iscritti: perché mai ci si dovrebbe iscrivere a un Albo, sottostare a regole e controlli quando l’attività può essere svolta liberamente?».
È da tempo che Massimo Miani, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti, ragiona sul ruolo e sui presupposti degli Ordini e sulle condizioni della loro attualità. Questi enti pubblici, infatti, dopo essere scampati agli attacchi esterni dell’Antitrust sono ora erosi, in modo subdolo, dall’interno con conflitti sulle competenze tra le stesse professioni ordinistiche e con la deriva verso attività a basso valore aggiunto. E poi c’è il mercato che archivia attività e cerca nuove competenze. La riflessione sulla funzione degli Ordini si colloca sullo sfondo della proclamazione dello sciopero: comunque la si giudichi, un segno del malessere della categoria.